venerdì 5 ottobre 2012

La sfida delle recensioni


La tematica delle recensioni online, negli ultimi mesi, ha superato il confine degli “addetti ai lavori”, tanto da trovare spazio sui quotidiani nazionali. 
La notizia però riguardava la guerra contro il “mercato” di quelle false. Tuttavia di giudizi non veritieri ce ne possono essere di diverso tipo (vedi anche il post “chi di recensioni ferisce….”): quelle acquisite in cambio di forniture è solo un’evoluzione della “provvigione” o dei “regali” che aziende o semplici rappresentanti, talvolta, offrono ai responsabili delle strutture in cambio di ordini. Cambiano i mezzi ma resta la mancanza di etica professionale. E probabilmente anche la percentuale di operatori che usa questi metodi è la stessa, sia online che offline.


Il dibattito, così impostato, mette però in ombra la reale questione: le recensioni vere. Perché se è vero che il passaparola si è amplificato sui siti come Tripadvisor, Trivago e simili, dando in mano ai nostri ospiti un grosso strumento di influenza, anche agli operatori è data una possibilità che con il passaparola offline non c’era: le risposte.
La semplice considerazione da fare è quella che se un potenziale cliente-ospite sceglie la struttura anche attraverso il confronto dei giudizi che trova online, è normale che lo faccia anche leggendo le risposte, e più è interessato all’hotel o al ristorante e più approfondisce, cercando di capire se quello che ha trovato è effettivamente cosa sta cercando.

E’ quindi necessario affrontare sullo stesso terreno quei giudizi che non danno l’immagine che ci piace di più o fanno più grande del dovuto un imprevisto accaduto durante il soggiorno. E’ una vera e propria sfida su un campo che potenzialmente può essere letto in tutto il mondo e sul quale si gioca la nostra credibilità: perché chi risponde ci mette la faccia, mentre, spesso, lo “sfidante” no. E per un pubblico internauta maturo (o quantomeno che sta maturando nel tempo) il peso è diverso.

Ribaltare un commento negativo, cercando di dare motivazioni che non siano solo vuote giustificazioni, convincere il lettore della buona fede di chi risponde e della “supremazia” della risposta rispetto alla recensione, superare le potenziali diffidenze che le inesattezze di un giudizio ci possono danneggiare, vanno considerati come punti da conquistare in una virtuale “sfida” con il recensore.

E allora perché preoccuparsi se gli sposi che hanno scelto il ristorante del nostro albergo per il ricevimento di nozze giudicano “la spiaggia sporca e poco curata”, rispondiamo pure dicendo la verità e che “Ci spiace che la spiaggia, che nulla entrava nella organizzazione del ricevimento, venga considerata poco curata, ma trovandosi di fronte al mare aperto e non più occupata dalla nostra attrezzatura (il nostro servizio era terminato il 15 settembre) risultava già in balìa delle condizioni meteo-marine.”
Oppure se qualcuno si lamenta che il wifi non funzionava, specifichiamo meglio i fatti, visto che magari andava bene con l’iphone ma non con un portatile con windows vista e non siamo tecnici (vita vissuta).
In altri casi bisogna anche saper ammettere che dei misunderstanding possono capitare, garantendo che è stato un episodio naturalmente da non ripetere.

Poi c’è chi va oltre la sfida.

Mi piace prendere ad esempio le repliche di un hotel, il Montaperti di Asciano (Si), dove il responsabile delle pubbliche relazione, Nico, prende sempre la palla al balzo, non solo per una semplice risposta ma anche per lanciare messaggi ulteriori (su Tripadvisor, naturalmente).

E l’idea di dare un titolo sintetico alla risposta, la pone al pari della recensione.

Mentre lanciare messaggi allo stesso Tripadvisor, va oltre ogni immaginazione J


Questo è il nuovo mercato, delle conversazioni “amplificate”, e, nel bene o nel male, bisogna starci utilizzando le armi a disposizione, per lanciare la sfida, non per scappare. Perché anche Davide sconfisse Golia.



















Commentate pure, meglio però se non siete d’accordo.

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