domenica 15 marzo 2015

Spunti da #BMO15 e i “palati fucilati”

La due giorni di Buy Maremma Online del 10/11 marzo scorso non è stato solo un evento importante per i temi affrontati e grazie al livello dei relatori dei vari panel, ma la rilevanza va ribadita per il semplice fatto che…c’è stato. E grazie ad un’iniziativa privata. Una shackerata di cui la nostra placida Maremma ne ha assoluta necessità, per non rischiare di sentirsi bella delle proprie potenzialità.
Tra l’altro, in un momento storico più difficile e nello stesso tempo caratterizzato da una congiuntura (sempre e solo potenzialmente) favorevole, data da un insieme di fattori quali il prezzo del petrolio, il cambio dell’euro e il quantitative easing della Bce, dicono quelli bravi che non si può non riprendere la via dello sviluppo, ma senza aspettare che questo ci cali dall’alto.

Restando nei nostri più limitati confini maremmani, ma con l’occhio sempre attento a ciò che ci succede attorno, tipo l’EXPO, l’attenzione di BMO è stata incentrata sui due binari dello sviluppo del futuro: l’innovazione nell’online e la cultura del food. Due elementi su cui non ci si può distrarre, nel senso che dobbiamo continuare ad approfondire e ad aggiornarci, e su cui dobbiamo fare “comunità”; tant’è che il messaggio finale è stato, nello stesso tempo, il nuovo titolo all’evento, e cioè Join Maremma Online (#JMO).
Da dove partire? Dai contenuti, naturalmente, e quindi dalla nostra tradizione enogastronomica che dobbiamo conoscere ed approfondire, il solo modo per poterla divulgare e proporla come esperienza ai nostri ospiti.

Ed è anche l’unico modo per “combattere”, o forse sarebbe meglio dire “correggere”, i palati fucilati. Rubiamo quest’espressione da un amico, per estremizzare e semplificare un concetto che ci permette di partire da lontano.

Il 70% delle biodiversità nel mondo, durante il secolo scorso, è andato perso ed a questa distruzione hanno contribuito le multinazionali dell’alimentazione, globalizzando il mercato mondiale e standardizzando i consumi. I global brand dell’industria alimentare sono i proprietari dei fucili che hanno “sparato” sui nostri palati, troppo spesso abituati ai soliti gusti e odori.
Nel nostro piccolo, come ha illustrato Francesco Gentili al BMO, abbiamo la possibilità di difendere e valorizzare 112 prodotti agroalimentari toscani “made in Maremma”, 11 dop e igp, mentre nell’ambito vinicolo 2 docg, 10 dop e un igt. Aggiungiamo inoltre che 4 sono i Presidi Slow Food in Provincia di Grosseto e 39 i prodotti dell’Arca del Gusto in tutta la Toscana.
Abbiamo quindi un patrimonio da valorizzare, nel senso di sfruttare letteralmente per dare la possibilità ai nostri ospiti di vivere un’esperienza davvero unica, non solo come banale slogan ma concretamente, grazie ai prodotti enogastronomici locali sia come ingredienti nei menù dei ristoranti sia come elementi della nostra storia.
Del resto, come indicato da LidiaMarongiu nella presentazione “Food & Travel Maremma”, nel food la componente che conta di più è il sapere, che non a caso ha il significato etimologico e originario di «avere sapore» (vedi anche il dizionario etimologico online).
Gli operatori si devono ritrovare insieme sotto una sorta di ruolo di divulgatori del sapere maremmano, dei sapori e dei profumi dei nostri prodotti, del piacere del nostro stile di vita.
Ed in un certo senso bisogna anche fare un po’ da educatori per far superare al palato fucilato che abbiamo di fronte la possibile difficoltà nel comprendere, sotto tutti i punti di vista, un sapore genuino e schietto, diverso dallo standard comune e salvatosi dall’inondazione dell’industria alimentare.

Il cibo, quello buono, pulito e giusto secondo i canoni slowfoodiani, è cultura, fatta con piacere, ma è anche economia, perché aiuta i produttori del proprio territorio (oggi si parla di chilometro zero, ma aggiungiamo anche il miglio zero, pensando al mare), e non dimentichiamoci della salute.

Se l’Expo sarà in grado di proporre questo messaggio al mondo, la Maremma non può che ritrovarcisi e trarne vantaggio, costruendo, tra l’altro, la cornice in cui unire la propria comunità economica e turistica, e ovviamente culturale.
Stay Joined!


Su questo da sottolineare l’intervento su CheFuturo! di Marco Gualtieri: “Expo, Seeds&Chips e perché parliamo dicibo e tecnologie digitali”.



 Commentate pure, meglio però se non siete d’accordo  

sabato 31 gennaio 2015

Ancora sul turismo maremmano nel 2014: focus su tre comuni

Come accennato nel precedente post (Traluci e ombre, il turismo maremmano nel 2014), affrontiamo per quanto possibile un approfondimento “territoriale” sui flussi turistici verso la nostra Maremma.
Se i vari indicatori sui movimenti turistici, basati su tutta la provincia, fanno la media delle
diverse destinazioni, entrando un po’ più nel dettaglio si può vedere meglio dove l’orizzonte è più roseo e dove più scuro, rispetto al quella stasi un po’ grigia che i dati globali ci hanno fornito.
Certo che sarebbe stato più interessante e compiuto se anche l’amministrazione provinciale fosse più “open”, rendendo cioè pubblici (e online) i dati e le informazioni che elabora, in questo caso, per competenza amministrativa. Le statistiche sui flussi turistici di un territorio, provinciali e comunali, non sono soltanto numeri su cui fare comunicati stampa a favore o contro determinate situazioni, ma offrono uno strumento per capire le tendenze del mercato turistico, cosa utile anche ai singoli operatori.
Ma tant’è!, accontentiamoci di quanto esce sulla stampa web su Orbetello, Manciano e Monte Argentario. Tre comuni che rappresentano rispettivamente il 20,66%, il 3,40% ed il 3,02% del movimento turistico provinciale, oltre che avere caratteristiche sia attrattive che di offerta strutturale diverse.





Premesso che purtroppo non abbiamo disponibile la scomposizione dei flussi tra italiani e stranieri, partiamo sempre dal presupposto che è preferibile tenere in maggiore considerazione il periodo estivo (da giugno a settembre), che rappresenta l’88,91% ad Orbetello, il 54,23% a Manciano, il 72,30% all’Argentario. Ciò valga sia per dare la stessa valenza temporale ai dati, sai perché rappresentano il periodo “con più carne al fuoco”, sia per escludere gli ultimi due mesi dell’anno che sono notoriamente meno affidabili alla data di pubblicazione del presente post.
La prima cosa che emerge su tutto è che rispetto alla “grigia” stabilità del flusso medio provinciale, i tre comuni hanno un diverso comportamento. Infatti, sia rispetto al dato annuale che a quello stagionale, Orbetello sorride, mentre gli altri due comuni hanno segni negativi.
Addirittura nel comune lagunare l’aumento delle presenze annuale è superiore a quello estivo (+6,22% e +5,90%). Manciano invece sconta pesantemente le alluvioni subite (-13,50% e -8,45%), mentre l’Argentario sconta la propria struttura dell’offerta turistica (-9,77% e -11,73%).
Osservando la distinzione tra le strutture alberghiere e quelle extra-alberghiere per tutti e tre i comuni, emerge lo stesso trend della maremma. A Orbetello infatti è per le strutture alberghiere che sia le presenze (-4,55% in estate) sia la permanenza media (-6,55%) subiscono una diminuzione. Segno meno più pronunciato all’Argentario: -16,33% per le presenze e -10.91% per il soggiorno medio. A Manciano la decrescita è su tutti i numeri, ma più pronunciata per gli hotel: -11,06% per le presenze e -9,41% per la permanenza, mentre il comparto extra segna rispettivamente -6,77% e +3,85% (l’unico segno “più” nel comune termale).
Se quindi chi è approdato in Maremma ha preferito soggiornare in campeggio, in un villaggio o in un affittacamere, si comprende come nel territorio orbetellano, dove l’offerta per l’86,19% (sui posti letto) è caratterizzata dall’extra-alberghiero, ne è conseguito un consistente incremento dei movimenti turistici. Mentre all’Argentario, dove prevale l’offerta alberghiera (58,79% sul totale dei posti letto) e di un livello mediamente alto, la presenza turistica ha segnato una importante contrazione (ebbene sì, ci sono i dati dell’offerta, ma solo a livello assoluto, senza tener conto degli effettivi giorni di apertura che ci avrebbero potuto dare elaborazioni più precise come l’occupazione media…).

Comunque anche in questo caso, si ribadisce come l’hotellerie maremmana non è riuscita a stare al passo di questo momento storico.
Sarà solo un problema di prezzo in senso assoluto o di rapporto qualità/prezzo?




 Commentate pure, meglio però se non siete d’accordo 

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Aggiornamento: i dati ufficiali di tutti i comuni pubblicati il 2 marzo 2015 - clicca qui

giovedì 22 gennaio 2015

Tra luci e ombre, il turismo maremmano nel 2014

Di questo periodo nel 2014 venivano rese note le performance positive dei flussi turistici in Maremma (I numeri positivi del turismo in Maremma Toscana) e, grazie anche a riconoscimenti nazionali ed internazionali, si intravedeva un orizzonte rosa, o quantomeno roseo.
Durante la stagione balneare, il colore è poi diventato plumbeo, come le nuvole di pioggia
che si sono addensate proprio nei mesi estivi, e non si è persa l’occasione di prendersela con le previsioni meteo, le condizioni atmosferiche e l’immancabile crisi. Tant’è che a novembre si registrava una profonda crisi di parole o forse oggi possiamo meglio dire, restando sulla terminologia metereologica, un vortice da cui non si trova via d’uscita. Si paventava, proprio a fine stagione balneare, che il turismo nel nostro territorio non fosse andato benissimo e contemporaneamente ci si ingarbugliava nelle azioni da mettere in campo per migliorare la situazione (Maremma e Turismo: crisi di parole).
Dai dati statistici forniti dall’Ufficio statistica dell’amministrazione provinciale di Grosseto (vedi anche il Giunco.net "Turismo, aumentano gli arrivi ma calano le presenze") si rileva infatti una stasi di quello che, invece, sembrava potesse diventare un momento di sviluppo.

Di seguito vengono proposti i dati di sintesi degli arrivi e delle presenze delle strutture alberghiere, extra-alberghiere e totali, distinte tra italiani e stranieri, con l’aggiunta naturalmente del dato globale e delle permanenze medie. Inoltre sono stati elaborate le stesse informazioni relative ai mesi estivi (giugno, luglio, agosto e settembre), quei mesi dove si registra circa l’80% del turismo in maremma (più precisamente l’83,87% delle presenze italiane totali e il 79,16% di quelle straniere, nel 2014): il momento, quindi, più significativo dell’anno, sia in termini statistici che economici, e che non dovrebbe essere inficiato da errori di rilevazione (i dati ancora non possono dirsi definitivi perché per gli ultimi mesi dell’anno  - ancora a gennaio – non tutti gli operatori hanno inviato i modelli statistici).






A livello complessivo non sembra che sia andata poi così male. Proprio se si pensa alla provvisorietà di rilevazione di novembre e dicembre 2014, quel -0,69% di variazione delle presenze totali significa una stabilità di fondo. Anzi, d’estate addirittura c’è un +1,09%, con gli italiani che, pur di poco, aumentano e gli stranieri che si concentrano nei 4 mesi di metà anno (+3,31% d’estate a fronte di un -3,31% rapportato all’anno). Anche sul fronte degli arrivi la tendenza segna miglioramenti, a discapito però della presenza media che ne risente, a livello annuale in maniera più consistente. Nulla cambia invece nella composizione dei flussi turistici: la presenza italiana nel 2014 è rimasta naturalmente la preponderante con il 70,78% sul totale.

Variazioni più ballerine col segno meno, ci arrivano nel comparto alberghiero maremmano, dove a fronte di maggiori arrivi, le presenze variano in senso contrario. Focalizzando l’attenzione solo sui mesi estivi, ad esempio, gli italiani arrivano di più (+2,37%) ma stanno meno (-4,65%) stabilendo la permanenza media in 3,98 giorni a fronte dei 4,27 del 2013, tornando ai livelli 2012 (3,96 giorni).
Gli stranieri fanno peggio: da un lato un leggero aumento di arrivi (solo d’estate, mentre peggio fanno a livello dei 12 mesi con un -2,68%), dal altro frenano le presenze (-4,47% estivo). Insomma, hanno preferito pernottare meno nei nostri hotel.
Situazione, ovviamente, più stazionaria nel comparto extra-alberghiero che trascina su un livello di stabilità tutto il settore.
Infatti gli alberghi pesano meno a livello di flussi turistici (28,83% sul globale delle presenze 2014), tuttavia, sia per l’investimento immobiliare sia per una maggiore regolarità stagionale (basti considerare che le presenze alberghiere sono meno concentrate nei 4 mesi estivi: 72,24% contro l’86,65% dell’extra-alberghiero), hanno una valenza pesante nel sistema economico della provincia.
E purtroppo nel 2014 hanno rappresentato la zona in ombra del sistema turistico, tanto più se si pensa che la (di solito) maggiore organizzazione avrebbe dovuto far cogliere meglio quelle potenziali occasioni riguardanti la brand reputation della nostra destinazione di cui si parlava (bene) all’inizio dell’anno passato.

Sarà un problema di prezzi? Oppure è la Maremma che, nella sua immagine bucolica, attrae maggiormente ospiti in agriturismo e in campeggio?
Fatto sta che gli hotel in Maremma perdono la partita, e non possono neanche appellarsi al cattivo tempo.



Commentate pure, meglio però se non siete d’accordo

(o aspettate il prossimo post che farà da appendice)
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Aggiornamento: i dati ufficiali usciti il 2 marzo 2015 - clicca qui