sabato 1 marzo 2014

E-commerce, Italia sempre indietro.

Già in altri post ci siamo occupati di e-commerce e tutte le volte che ci siamo trovati a confrontare il nostro paese con gli altri, lo abbiamo trovato sempre tra i fanalini di coda (vedi ad esempio "European digital behaviourstudy 2013: l’e-commerce")
In questo nuovo studio che fa il punto sull’utilizzo dell’e-commerce nei 28 paesi dell’unione europea, l’Italia continua a mantenere il suo grado di arretratezza rispetto, non solo ai paesi più sviluppati (quelli del G8 per intenderci), ma anche in confronto a tutti gli altri. L’analisi è stata elaborata dal Centro Studi di MMOne Group ed ha utilizzato i dati di Eurostat.
L’obiettivo della ricerca è quello di capire quanto i paesi europei sfruttano la piattaforma online per il commercio rispetto ai canali tradizionali offline, sia dal lato delle imprese che da quello dei cittadini, confrontandoli tra loro. Sono stati infatti utilizzati alcuni indicatori per poi aggregarli e stilare una classifica. Se viene dato a 100 il valore al paese che usa di più l’e-commerce (la Danimarca) e 0 quello che viceversa lo usa meno (la Romania), l’Italia si attesta quart’ultima con uno scarso 14,2.



Nella fotografia di tutti i paesi il divario è “geografico”, una netta separazione, cioè, tra il nord e il sud dell’Europa.



Entrando più nello specifico e nelle ragioni di questa classifica, come detto, sono stati analizzati alcuni indicatori. Per le imprese i dati considerati sono state la percentuale di fatturato che deriva dall’e-commerce rispetto al totale, le percentuali di imprese che acquisiscono ordini e acquistano grazie alle reti informatiche e le percentuali di imprese che ricevono ordini e vendono tramite il proprio sito web,
Per i cittadini la propensione all’uso dello shopping online è stata misurata attraverso altre variabili, quali l’uso dell’internet banking, la percentuale di quanti hanno fatto acquisti online nell’ultimo anno e quanti lo hanno fatto su siti esteri, quanti acquistano viaggi online, software per pc e per videogame, e quanti vendono i propri beni e servizi.

Per avere in un unico colpo d’occhio il quadro di tutti queste variabili ho provato a sintetizzare nella seguente tabella, tenendo presente la media UE, il valore del primo classificato e quello del nostro paese:

  
Indicatori
Media
UE
Stato
1° classificato
Italia
Imprese
fatturato che deriva dall'E-commerce
15%
Rep. Ceca
24%
6%
ricevono ordini tramite reti informatiche mediate
16%
Danimarca
29%
6%
acquistano tramite reti informatiche mediate
34%
Danimarca
74%
35%
vendono tramite il proprio sito web
15%
Rep. Ceca
34%
11%
ricevono ordini tramite il proprio sito web
13%
Croazia
25%
5%
Cittadini
hanno fatto acquisti online nell'ultimo anno
44%
Svezia
74%
17%
hanno fatto acquisti online transnazionali nell’ultimo anno
11%
Lussemburgo
60%
5%
usano internet banking

40%
Finlandia
82%
21%
vendono online beni o servizi

16%
Slovenia
30%
8%
acquistano online software per computer
11%
Danimarca
27%
3%
acquistano online viaggi

24%
Svezia
56%
8%
acquistano online software per videogame
7%
Svezia
18%
1%

Come si vede, stiamo sopra la media europea soltanto grazie alle imprese che acquistano online, mentre in tutti i casi stiamo sempre lontano dalla nazione più virtuosa. E’ evidente che c’è un problema culturale di fondo, sia nel settore imprenditoriale che nel sociale, ancora restii ad utilizzare la rete, e quindi ad acquistare senza toccare e a mezzo di moneta elettronica.

E questo vale a prescindere dal problema della diffusione della banda larga, tema non affrontato in questa ricerca.
All’italiano medio il virtuale piace ancora poco, ma se ce lo facessimo piacere di più, magari si potrebbero aprire strade e stimoli nuovi per un’economia che annaspa (e viene da pensare al tema del Made in Italy, così tanto “ricercato” online – vedi  "Google sull'Italia (non) digitale" e "Le mie parole dal BTO 2013"), oltreché semplificarci la vita. 



Per approfondimenti, la ricerca è scaricabile qui.


 Commentate pure, meglio però se non siete d’accordo

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