giovedì 28 novembre 2013

ll bisogno di buoni esempi

Siamo “santi, poeti e navigatori” oppure “pizza e mandolino”: diversi comunque sono stati gli appellativi, di apprezzamento o di disprezzo, che il popolo italiano ha ricevuto nella sua storia, ma tutti richiamano indirettamente alla nostra caratteristica principale, cioè la fantasia, la creatività.
Il pensiero corre naturalmente alla moda, ma in tutti i settori economici, culturali, sociali, ci distinguiamo per un “plus” creativo rispetto ad altri popoli: una caratteristica questa che è servita anche per superare le difficoltà cui la storia ci ha sottoposto.

Negli ultimi due anni, sembra, però, che la crisi abbia colpito anche la nostra fantasia: come diceva Farinetti, (V. post Da Petrini a Farinetti al turismo,il piacere come soluzione della crisi) siamo in un’impasse così grave che il paese sembra bloccato, “incriccato”, e non si riesce a trovare una via di uscita, come se pure la capacità tipicamente italiana di inventarsi una soluzione si fosse ridotta ai minimi termini. Sembra siamo in crisi di ispirazione e di inventiva.

C’è, quindi, bisogno di buoni esempi. Non nel senso dato nei contenuti del post sopracitato, e cioè quello dell’etica e della coscienza civica, di cui comunque abbiamo estrema necessità, ma come dimostrazioni positive e concrete che tutto nero non è. Case histories (come dicono quelli bravi) di persone o aziende che hanno superato ostacoli, momenti negativi, affrontato la crisi e superato le problematiche con il lavoro, la forza di volontà e un po’ d’estro. Intendendo per estro non solo la capacità creativa e innovativa dei protagonisti ma anche il coraggio di metterla in pratica, guardando con fiducia al futuro.
E allora troviamo e divulghiamo un po’ di buoni esempi che stimolino un minimo di ottimismo e facciano ripartire le rotelle e le sinapsi all’invidiabile fantasia italiana.

Portiamo ad esempio tre….esempi, di lettura.
Ed iniziamo citando ancora Farinetti con il libro (o ebook) “Storie di Coraggio, 12 incontri
con i grandi italiani del vino”, 12 interviste con uno schema invidiabile: il colloquio con il produttore di una grande cantina contestualmente alla degustazione di 5 vini (o birre). A parte il fatto che in una settimana (tanto è durato il viaggio) l’inventore di Eataly con i suoi compagni di viaggio ha assaggiato almeno 60 buoni vini, stimolando la curiosità del lettore “assetato”, si tratta comunque di interviste che raccontano il successo delle aziende visitate.
E’ pur vero che quasi tutte avevano le “spalle coperte”, nel senso di imprese già avviate dalla (o dalle) generazione (/i) precedente (/i), ma trovano il rilancio e l’affermazione nel mercato internazionale con…uno scatto in avanti: quando un’innovazione di processo produttivo o commerciale, quando un nuovo vitigno o un nuovo vino, quando uno scontro con la generazione precedente, sempre comunque il coraggio e talvolta la follia di guardare al futuro in modo nuovo.
Un coraggio comunque ponderato: “il coraggio – specifica nelle prime righe Farinetti - non è soltanto superamento della paure, determinazione nell’agire, forza d’animo. Il coraggio, per come lo vedo io, se non è accompagnato da capacità di analisi, studio attento dello scenario e tenacia, tanta tenacia, non è coraggio. Il coraggio, quello sano e fruttuoso, deve essere accompagnato dalla predisposizione al dubbio”.

Dalla terra del vino al mondo intangibile di Internet con l’ebook di Riccardo Luna, “Cambiamo tutto! La rivoluzione degli innovatori”.
È questo un testo che illustra le belle e talvolta affascinanti esperienze di chi ha davvero cambiato qualcosa nella sua vita o dove si è proposto con le proprie idee innovative. Qui l’ambiente comune è la rete “che cambia tutto e ci fa aprire l’ombrello invece di farci dire «piove, governo ladro»” e non vuol essere solo un insieme di racconti, ma soprattutto un incitamento a rovesciare il tavolo e a guardare avanti in modo diverso: il titolo e i vari sottotitoli sono una dimostrazione.
Il web è il protagonista ed è la grande mano che aiuta a condividere il sapere, a ispirare nuove idee oppure sogni che diventano idee, a rendere trasparente la politica, a migliorare la qualità della vita (e qui ci torna in mente SmartCities, di Vianello), a dar inizio a start up.
Non è un’esaltazione di Internet da parte di smanettoni, ma la prova provata della portata di un grande cambiamento in atto, dove tutti possono essere protagonisti, grazie all’uso intelligente e consapevole della rete.
Ed ecco l’esempio della virologa Ilaria Capua che, una volta isolato il virus dell’aviaria (in un laboratorio della nostra sanità pubblica), deposita l’impronta genetica in una banca dati aperta invece che in una ad accesso limitato come “consigliato” dall’organizzazione mondiale della sanità. Perché “se quella era davvero una pandemia, e lo era, dovevamo lavorare tutti assieme per batterla”.
Oppure la storia della InnTex, Innovative Textiles, un nome scelto in base al dominio punto com disponibile, che, da produttrice di macchine per cucire (dagli anni ’50), dopo il crollo del mercato, rinasce con la produzione di tessuti tecnici: i figli del fondatore ricomprano le vecchie macchine da cucire e le modificano producendo fili d’oro, di acciaio, di ceramica e dopo tante sperimentazioni, salvano l’azienda, rilanciandola. Ma l’idea con cui l’azienda ha svoltato è quella del plugandwear (attacca la spina e indossa il vestito), i vestiti smart, lanciati con un sito e-commerce con destinatari università, centri di ricerca, designer.
Una boccata di ottimismo razionale – specifica Luna – che lo porta a titolare l’ultimo capitolo con un significativo e ben augurante pensiero: del perché dobbiamo smettere di pensare di salvare i giovani, quando sono i giovani che possono salvare noi.

Infine, un libro di 3 anni fa, il cui titolo, proprio in questi giorni, è di disarmante attualità (politica): “Forza, Italia – come ripartire dopo Berlusconi”, di Bill Emmott. L’autore è un giornalista inglese, innamorato dell’Italia, che contrappone la Mala Italia alla Buona Italia. Emmott non fa sconti ai difetti della parte negativa della nostra nazione, ma indica anche vie da percorrere che possono far prevalere la parte positiva.
Nel suo viaggio trova buoni esempi nella pubblica amministrazione, nella politica, nell’associazionismo (Slow Food di Carlo Petrini, guarda caso!), nella società civile (le organizzazioni di AddioPizzo e Ammazzateci Tutti), nelle imprese.
È soprattutto nel racconto dello sviluppo delle aziende private (ad esempio, Planeta, Moncada Energy, Tecnam, Morellato ed altre) che si apprezza la creatività italiana di fare impresa e di emergere, anche in ambito internazionale, nonostante i ritardi e i difetti del nostro sistema-paese. Le strade prese dagli imprenditori intervistati sono sempre state in salita, ma son riusciti a diventare casi esemplari di eccellenza.
Anche se il libro è stato pubblicato prima dell’inasprimento della crisi in Europa e nello stivale, credo che le sue conclusioni siano sempre valide: “Eppur si muove, come ha detto Galileo. L’Italia può muoversi, se gli italiani lo vogliono. Può muoversi, se i lacci che la frenano vengono finalmente rimossi e alle idee ed energie positive viene concesso di trarre ispirazione e slancio le une dalle altre.”

Sarà anche vero che l’ispirazione non dà preavvisi e nemmeno si cattura, ma cerchiamo quantomeno di concimarne il terreno dove può nascere da un momento all’altro.



E poi c’è ispirazione e ispirazione J



Che cos'è il genio? È fantasia, intuizione, decisione e velocità d'esecuzione. 
(tratto da Amici Miei, di Monicelli- Germi, 1975)



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