giovedì 10 gennaio 2013

Mc Donald's job


Non amo Mc Donald perché non amo i suoi prodotti, ma l’ultima campagna promozionale va in una nuova/giusta direzione. Anche se continuerò a non mangiare da loro J (de gustibus).



Nello spot e nelle campagne sui giornali lanciano una serie di messaggi, che non riguardano il prodotto o il servizio ma la capacità dell’azienda di offrire in modo solido lavoro: 16.000 dipendenti in 450 ristoranti, di cui il 90% a tempo indeterminato, pagati puntualmente tutti i mesi. Aggiungiamo le opportunità (carriera e lavorare per pagarsi gli studi), i doveri proposti in positivo (si lavora sodo, turni festivi e notturni) e la fiducia nel paese (…nell’Italia ci crede) e nel futuro (nuovi 3.000 posti di lavoro nei prossimi 3 anni).

Sembra quasi uno spot elettorale, ma il clima in cui viene lanciato non è quello della prossima scadenza politica, ma quello in cui la crisi ha fatto sentire i suoi aspetti più negativi proprio in tema di (dis-)occupazione.

E’ chiaro che l’obiettivo di marketing è quello di migliorare la brand reputation affrontando un tema sociale e, nonostante l’attacco dei sindacati in tema di contrattazione, il messaggio di fondo resiste, anche perché l’azienda dimostra di dare il proprio contributo alla comunità. E in maniera, per certi versi, onesta (si lavora sodo).

Sulla pagina di Mc Donald's Italia di Facebook si è aperta una discussione, nel momento in cui è stato postato il video (30 dicembre), ricevendo ad ora (momento di pubblicazione del presente post) 217 “mi piace” e una ventina di commenti dove le critiche (limiti d’età sull’assunzione ad esempio) vengono smentite da altri fan (e non dall’azienda).

In un’altra conversazione stimolata dal quotidiano il Tirreno (sempre su Facebook, il 9 gennaio scorso), in particolare sul fatto che “pagano puntualmente” (“come se un fornaio specificasse che il pane è commestibile”, questo il testo della redazione), i giudizi a favore di Mc Donald's prevalgono soprattutto perché – come dice un utente - “E' triste che si debba precisare una cosa ovvia. E' un'affermazione figlia di questo periodo di crisi...”. Molti, anzi se la prendono con i sindacati che hanno attaccato l’azienda. E più o meno le stesse reazioni sul sito del giornale.

Di taglio diverso i commenti su Youtube, dove prevalgono gli attacchi all’azienda in quanto multinazionale o a Salvatores (il regista) per essersi “sottomesso”.

Saranno poi i numeri, in termini di fatturato, a dire se la campagna marketing ha funzionato o meno e se ha centrato le aspettative del colosso multinazionale, ma di sicuro ha toccato una corda in un periodo storico particolarmente sensibile e lo ha fatto, naturalmente, con una visione positiva. E poi non dimentichiamoci quanto Kotler ha detto: nel marketing 3.0 il messaggio che le aziende dovranno dare è che "siamo anche interessati al tuo benessere e a quello della società, quindi vogliamo dimostrare che ci interessa altro, oltre che offrire un buon servizio al consumatore".


Commentate pure, meglio però se non siete d’accordo

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