mercoledì 20 giugno 2012

Internet, democrazia e…caldo.


Una delle caratteristiche principali che deve avere chi lavora al pubblico (almeno per far bene il proprio mestiere) è quella di capire i desideri e i bisogni dei propri clienti. Prima riesce a farlo e a soddisfare tali necessità, più alta è la sua professionalità. E’, inoltre, un’attitudine più semplice da mettere in atto con il cliente di fronte, meno quando siamo in linea telefonica, e ancor meno via web (ad esempio in uno scambio di mail).
Tuttavia con l’avvento del web, dove tutto è amplificato, è importante stabilire e “gestire” delle conversazioni, cercando di ricavarne il meglio dalla propria attività, anche magari quando si parla male di noi.

Del resto, oggi il web offre degli strumenti di larghissima democrazia (pure se, a mio parere controllati da una pericolosa oligarchia) dove tutti possono scrivere di tutto e su tutto/i.
E così che da un canale dove ti aspetti una richiesta di offerta, arriva invece un appellativo evidentemente rivolto alla attività dove stai lavorando. (vedi immagine).


Dalla Treccani: “ecomóstro s. m. [comp. di eco- e mostro], spreg. – Spec. nel linguaggio giorn., manufatto (costruzione, edificio, installazione, ecc.), per lo più abusivo, che rappresenta una grave deturpazione ambientale ed ecologica.”
Di solito, quindi, l’ecomostro è stato costruito senza atti legittimi, mentre l’attività a cui è rivolto l’appellativo è assolutamente in regola. E’ stato infatti edificato nei primi anni ’60 ed evidentemente allora la sensibilità (e le relative normative) al paesaggio era diversa, tanto che certamente oggi come oggi non avrebbe potuto essere edificato così vicino al mare.
Però adesso l’hotel è , e quell’appellativo di ecomostro va quindi considerato un attributo dispregativo. Ci sta che possa non piacere (non possiamo e non dobbiamo piacere a tutti), ma la civiltà umana prevede una certa dose di tolleranza, altrimenti si sfocia nel razzismo.
Ricevere la mattina un qualcosa simile ad un insulto, pure se non direttamente personale, potrebbe creare quella reazione per cui si innesta una conversazione non piacevole, che ai tempi del 2.0 potrebbe diventare veloce e sempre più amplificata.

Ma la differenza sta tutta…nell’aria condizionata, di chi la mattina del 19/06 alle 8.27 ha aperto la mail “insultante” mentre, purtroppo, chi l’ha inviata la stessa mattina alle 6.05 non aveva a disposizione, provocando disturbi al suo sistema nervoso. (Come, probabilmente, non aveva sufficienti ore di sonno).




P.S.: il telefono non sappiamo se risulta vero, ma l’indirizzo mail risulta valido. Naturalmente non abbiamo risposto

Commentate pure, meglio però se non siete d’accordo

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