domenica 4 marzo 2012

Innovando



Secondo uno dei più classici luoghi comuni, l’Italia è un popolo di "santi, poeti e navigatori” oppure, più in generale, di gente dotata di fantasia, che poi accomuna tali appellativi.
Peccato che però questa innata fantasia spesso e volentieri resta solo una potenzialità: basti guardare come le azioni dell’attuale governo per l’uscita dalla crisi siano più ragionieristiche che di grande creatività, oppure al sempre basso ammontare di investimenti, pubblici o privati, in ricerca e innovazione, facce della stessa medaglia. Del resto la genialità, perché non rimanga semplice astrazione e si trasformi in qualcosa di concreto ed utile, ha necessità di strumenti e risorse, così come ne ha bisogno per essere stimolata e incoraggiata.

Un esempio importante è stato quello di Innovatori Jam svoltosi il 13 e 14 settembre dell’anno passato, il cui report è uscito ufficialmente nel mese di febbraio e che qui ripropongo.
Il Jam è stato un grande brain storming in rete organizzato dall’agenzia  per l’innovazione, IBM e Università Bicocca di Milano.
Diviso in 10 forum per altrettanti temi, il Jam ha chiamato “a raccolta” professionisti ed esperti di vari settori per fornire contributi fattivi e fattibili all’innovazione.
I numeri sono importanti per comprenderne la portata e la partecipazione collettiva: nelle 40 ore in cui la piattaforma è stata attiva si sono confrontate 2.500 persone per oltre 4.000 interventi, le visite sono state 12.775, 134.282 le pagine visitate con poco più di 10 minuti di permanenza media per visita.
I temi hanno svariato dall’informazione alle smart cities, dall’agenda digitale alle start-up, dalla ricerca all’accessibilità, con tanti collegamenti e trasversalità tra i diversi forum.

Un particolare riferimento va fatto, per ovvie ragioni, al turismo, e-commerce & e-tourism.
Tra l'altro, nel corso della discussione, è emerso un concetto ripreso in uno dei primi  post di questo blog, citando il ruolo delle regioni rispetto al booking: “La PA, le regioni nello specifico, prima di occuparsi del booking online, dovrebbero affrontare altri problemi di visibilità e selezioni dei contenuti, occupandosi prima dell’info-commerce e poi, solo in seguito, dell’e-commerce”.
Il risultato del forum è, invece, sintetizzato in sei possibilità operative:
  • Un servizio di poste italiane convenzionato con gli hotel per consentire ai turisti di consegnare al concierge i prodotti acquistati e trovarli a casa propria a un prezzo conveniente.
  • Creare un archivio nazionale delle etichette del vino italiano magari in OPEN DATA con un ID unico che identifica l'etichetta e magari un QRCODE per risalire subito a sito e informazioni (sarebbe utile anche per diminuire le contraffazioni);
  • Wikitalia, un wiki dell'italianità dove i vari scrittori prendono in cambio delle informazioni punti premio - Wiki Territoriale -
  • Sviluppo di piattaforme per la narrazione dei paesaggi in grado, attraverso l’uso delle mappe digitali, di aggregare dati provenienti dai più variegati sistemi di comunicazione presenti in rete e di distribuirli sulle mappe.
  • IVA ridotta per e-commerce.
  • Case history positiva e replicabile Friuli Venezia Giulia [progetto Interreg con Austria]: “il progetto ha lo scopo di mettere a punto tecnologie innovative, legate alle cartografie digitali, per la narrazione di luoghi in aree montane dove praticare sport, conoscere tradizioni, genti e culture”.

Tornando ai 6 punti, come cita giustamente l’estensore del report, quello che potrebbe (ma il condizionale è molto d’obbligo) essere messo in pratica nel breve termine è quello della riduzione dell’Iva sul’e-commerce, visto che, se allo sviluppo dell’e-commerce in Italia non contribuisce la nostra mentalità, potrebbe essere la convenienza a stimolarlo.

In Maremma invece va segnalato come il secondo punto sia, almeno in un esempio, già messo in atto: Poggioargentiera, infatti, nelle etichette dei propri vini indica il QRCode che rimanda alle relative schede nel sito web. Un sito particolarmente 2.0, dove i vini vengono presentati dall’azienda e commentati dagli utenti, dove esiste la possibilità dell’acquisto online, dove Gianpaolo Paglia anima le discussioni (anche in inglese) sul mondo del vino e aggiorna gli internauti sui propri prodotti, interagendo naturalmente anche su Twitter e Facebook. Un ottimo esempio di social marketing, che si basa soprattutto sulla qualità importante della produzione vinicola dell’azienda. Lo dimostrano i riconoscimenti che le sue etichette hanno nelle guide e riviste nazionali e internazionali di settore, oltre che naturalmente per esperienza personale. J

Perché le idee se non diventano azioni restano sogni, e perché le azioni senza idee sono solo incubi (cit. da Twitter).


Sotto il report completo di Innovatori Jam 2011, grazie a Officina Turistica.


Commentate pure, meglio però se non siete d’accordo

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