lunedì 17 ottobre 2011

Social Network, il libro

socialnetworkL’autore è Marco Massarotto, uno dei fondatori di Hagakure, una innovativa agenzia di Digital Communications (lavora con quello che chiamano il web 2.0 o come meglio preferisce definire ““mettere in contatto le aziende con le persone attraverso Internet“), ma anche docente di corsi e Master su “Digital Marketing e Comunications”.

E’ un libro da leggere per chi vuol approfondire l’uso dei social media nel proprio lavoro, nella propria impresa o, in generale, nella propria attività. Non sarebbe male una lettura anche da chi entra in Facebook o Twitter pure solo per scazzare, tanto per ponderare meglio la propria attività sociale online.

L’e-book (lo trovate solo in formato digitale, editore apogeo, marzo 2011 – e si trova anche il blog relativo) fa una panoramica completa del mondo del social network partendo dalla sua storia ed entra subito nel merito, grazie anche ad uno stile sintetico e che va diretto al punto, insomma schietto, infarcito di tanti esempi concreti, case history e rimandi in rete.

Offre al lettore gli strumenti concreti dei principali social media, con la consapevolezza che questo è il capitolo con più breve scadenza, e soprattutto le varie strategie (a ognuno la propria) per comunicare opportunamente e correttamente i propri prodotti o servizi o più semplicemente la propria immagine.
Entra quindi nel merito di come un’azienda o un ente può affacciarsi e gestire la propria attività sui social network e accenna al sentiment per ascoltare cosa i social e la rete dicono di noi.

Il libro ha diverse conclusioni. Riepiloga i 5 principi su cui si dovrebbe fondare l’attività di comunicazione su Internet (flessibilità, socialità, contestualità, misurabilità e coinvolgimento di tutta l’azienda); un appendice con tre interviste sull’uso dei social network, o meglio su tre punti di vista (un consulente, un uomo d’azienda e un consumatore – tra l’altro leggendo quest’ultima mi ci son ritrovato molto e non credevo di essere anche io così online!).social_mediaIn modo semplice e pulito queste pagine accompagnano il lettore attraverso le dinamiche dei social network e della comunicazione in rete, offrendo alcuni spunti e idee interessanti da attuare e con un messaggio finale: “Usate i social network e sfruttatene la potenza. Comprendetene le dinamiche, perché saranno quelle dell’interazione sociale e commerciale di questo millennio. Ma ricordatevi che Internet non finisce con Facebook o Twitter, ma è una realtà molto più grande e importante e le vostre strategie di relazione dovrebbero partire da là”.

Aggiungo un pensiero personale: ricordiamoci che la rete è uno strumento e siamo noi che dobbiamo gestirlo, così come gestiamo noi stessi o la nostra azienda (o il nostro ente), con certi obiettivi e certi standard di qualità, ma prima di tutto offline.
 
offline
Per il momento “faccio i bagagli” e comincio Viaggi In Rete.
 



Commentate pure, meglio però se non siete d’accordo
 
 

giovedì 6 ottobre 2011

Vento, polline e…..allergie.


ventopolline“Perché tutto il vento gravido di polline sollevato in questo tempo diventerà germoglio e radice solo se troverà un humus fertile, pronto, disponibile alla semina”. Una di quelle frasi che non t’aspetti, dal Presidente della CCIAA di Grosseto, Giovanni Lamioni, nel catalogo del Salone “Maremma Food Shire” che si è svolto alla Fiera del Madonnino durante l’ultimo week end di settembre.

E’ una bella immagine evocativa di ciò che la Maremma, come destinazione turistica, sta subendo o comunque tentando di subire, nell’accezione positiva del verbo, naturalmente J.
maremmafs

La provincia di Grosseto è sempre stata considerata un’”opera incompiuta”, nel senso che le grandi potenzialità naturali e paesaggistiche, invidiate in tutto il mondo (così dicono) non sono mai sfociate in quella vitalità socio-economica che t’aspetti. Forse perché la Maremma ha sempre avuto un carattere un po’ scontroso, come il Morellino, e quindi chiuso ai cambiamenti.

Però, l’humus fertile, seguendo l’espressione del Lamioni, c’è e c’è sempre stato. E il vento? Da alcuni punti cardinali sta soffiando e lo stesso salone del Maremma Food Shire è lì a dimostrarlo (ne parlo anche qui).
Sia quest’ultimo appuntamento concentrato sui prodotti alimentari, che quello dedicato al Wine hanno avuto la doppia funzione di promozione del settore agroalimentare e di conseguenza della vocazione turistica enogastronomica del territorio, ma anche e soprattutto di dare la consapevolezza di un sistema maremmano e della sua unicità. Trovarsi ai due appuntamenti in circa 140 per il vino e più di 80 per il settore food fa toccare con mano, agli stessi operatori, di esser parte di un sistema vivo che può dire la sua nel mercato mondiale.
Forse questa può definirsi “psicologia di un territorio”, però evidentemente se la domanda turistica si muove alla ricerca di emozioni, in questo caso c’è bisogno che l’offerta prenda coraggio e dimostri di saper emozionare. Siamo un po’ timidi, in effetti J. O cerchiamo che altri lo facciano per noi?
 
Negli ultimi giorni è stata distribuita (o comunque mi è arrivata) la sintesi dei focus group del Workshop tenutosi all’Andana ad Aprile scorso. Questo è stato un appuntamento svoltosi nell’ambito del Progetto Maremma 2015 (PM ’15) dell’amministrazione provinciale.
pm15Questi focus group hanno avuto il carattere di discussioni su 4 temi (crescita, innovazione ed economia della conoscenza; il territorio: patrimonio e risorsa; vivere in maremma: economia e società; l’attrattività del territorio) con l’obiettivo di confrontare idee e prospettive in modo assolutamente libero.
Scorrendo il documento, a prescindere dalle peculiarità dei temi, una delle necessità che emerge comunemente è quella di “fare sistema”, addirittura proponendo di trovare “soggetti attuatori che hanno una competenza di tipo gestionale specifico e che di mestiere “mettono assieme” gli interlocutori”.
Sono anni che uno dei problemi della Maremma è “fare sistema”: ma non sarà forse che manca la consapevolezza di far parte di un sistema e si cerca di far risolvere i nostri problemi agli altri?
Non vorrei che si facesse come la rana che, non accorgendosi che la temperatura dell’acqua cresceva (o nel nostro caso, aspettando che qualcuno la tirasse fuori dall’acqua), è finita per essere bollita.
E’ anche vero, però, che un certo fermento imprenditoriale è stato descritto dal workshop e non solo.
 
Infatti, qualche giorno fa, il 30 settembre un convegno di Confindustria ha presentato un piano di investimenti nel settore dell’accoglienza e dei servizi turistici, riguardante diversi imprenditori di alcuni comuni della provincia per un importo di 300 milioni di euro circa. E forse un po’ più di un “fermento”.
In effetti, è un progetto che sarà presentato al Ministero dello Sviluppo per poter applicare la normativa vigente in tema di semplificazione amministrativa, che rappresenta il vero “freno a mano tirato” con cui (non) lavora l’Italia intera.
L’iniziativa per il nostro territorio è di primaria importanza, proprio per la necessità che ha la Maremma di veder sviluppare le proprie potenzialità, a maggior ragione in un periodo come l’attuale caratterizzato dalla grande paura del default. O forse sarebbe meglio dire del reset.
2010Tra l’altro, nello stesso convegno sono stati presentati alcuni dati sulle presenze dell’ultimo anno con il segno meno (Vedi le due immagini estrapolate).
2011Non sono incoraggianti, ma delineano la strada da percorrere che è quella di entrare con più forza e determinazione nel mercato estero.
 
Torno ancora sull’immagine iniziale del post, perché sia il PM15 che il piano di Confindustria fanno parte di quel vento che trasporta polline sull’humus maremmano.
 
logo_maremmaNegli ultimi mesi ha soffiato altro vento, fatto di innovazione e coraggio, ma che sta soffrendo, in termini finanziari, dell’uragano dei tagli sulle risorse pubbliche: l’Agenzia per il Turismo 2.0. Il nuovo direttore, dott. Tapinassi, ha completamente ribaltato le modalità di comunicazione dell’Agenzia, aprendola all’ascolto e al confronto, sia verso gli operatori che verso gli ospiti, in sintonia con lo spirito del web 2.0. Quello che è diventato “il caso Maremma”, presentato in talmente tanti consessi (ma non a “Porta a Porta”) da poterlo paragonare ad una “orizzontale” di un buon vino J, ha avuto il grande merito, in particolare, di smuovere il tessuto imprenditoriale turistico, sempre un po’ fermo rispetto a quanto gli accade intorno, offrendogli alcuni nuovi spunti e strumenti di marketing (e qualche rana è uscita anche dall’acqua). Anche qui va ricordata una giornata di progettazione partecipata svoltasi nel marzo del 2010, “gli Stati Generali del Turismo in Maremma” che ha avuto più di 500 operatori iscritti.
 
Questi eventi, che ho voluto racchiudere nella rappresentazione delle prime righe, ed insieme sicuramente ad altri (ci sta bene anche il Farm Trip del Consorzio Maremmare) che non ho citato, offrono una nuova visione della Maremma in termini di sviluppo verso una destinazione turistica rinnovata e magari più viva e più consapevole del proprio brand, di quanto non è stato finora.
E’ solo l’inizio, c’è ancora un po’ di indolenza da scrollarsi di dosso e il polline si è sollevato da poco; speriamo solo di non trovare troppa gente allergica.
 allergia






 





 
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